Cristallini artificiali con protezione dei raggi uv, lenti correttive intraoculari, laser a impulsi che non lasciano cicatrici. Così l’oculistica fa miracoli, grazie a un uso delle tecnologie che non ha uguali nella medicina.

(di Daniela De Vecchis)

Non si è ancora all’occhio bionico, ma a un occhio che, in molti casi, può fare a meno di occhiali e lenti a contatto sì, qui ci si è arrivati. A cristallini artificiali che, dall’interno del bulbo, proteggono dai raggi solari pure e, in generale, a soluzioni chirurgiche studiate su misura per il singolo paziente, impensabili fino a non molto tempo fa. Il tutto grazie a microincisioni in regime ambulatoriale, laser sempre più sofisticati e lenti intraoculari. Con poche gocce di anestesia e senza dover tornare a casa con l’occhio bendato.

Si può dire che l’oculistica oggi fa davvero miracoli, complice uno sviluppo tecnologico senza pari, più rapido in questo settore che in altre branche della medicina.

«L’evoluzione in oculistica è stata continua e costante specialmente dagli anni 80», afferma Luca lacobelli, oculista responsabile dell’Oftalmologia del Gruppo Ini (l’Istituto neurotraumatologico italiano di Roma), e con docenza presso l’Università di Chieti G. D’Annunzio.

«Questo perché vi è molta tecnologia applicata con apparecchiature diagnostiche e terapeutiche, laser e materiale bio-ingegneristico». Insomma, un concentrato hi-tech in grado di cancellare definitivamente i disturbi più comuni, i cosiddetti difetti di refrazione, quelli cioè che non consentono alla retina di focalizzare bene le immagini.

MIOPIA. «Miopia, astigmatismo e ipermetropia possono essere eliminati con il laser a eccimeri attraverso tecnica di superficie Prk o tecnica i-Lasik con il nuovo laser a femtosecondi. Questo agisce emettendo impulsi che creano microscopiche bolle, le quali separano il tessuto corneale a profondità prestabilite. I vantaggi non sono da poco l’assenza di complicanze dovute al taglio, perfetta qualità visiva per la precisione con cui viene separato il lembo corneale e scomparsa quasi totale dei fastidi per il paziente.

Per di più, nei casi in cui è utile, tali tecniche si eseguono in forma personalizzata, consentendo una correzione individuale dei difetto di vista grazie a un esame di aberrometria con il quale si traccia una mappa dell’occhio che evidenzia eventuali alterazioni delle strutture». Tuttavia, non sempre ci si può sottoporre al laser. Per esempio, se si ha une cornea troppo sottile o un difetto di vista moto elevato o nei ritratta menti di vecchi interventi.

«In tutti questi casi è possibile impiantare una lente con una piccola incisione, posizionandola davanti all’iride grazie a quattro piedini che le danno stabilità, senza ricorrere a ulteriori manovre invasive, riuscendo così a correggere miopie fino a 17 diottrie», spiega lacobelli, tra i pochi in Italia ad a aver ottenuto la licenza per l’impianto di queste lenti. Un’operazione che, oltre tutto, è reversibile: la lente si può togliere in pochi minuti senza danni, sempre in regime ambulatoriale e usando un collirio come anestesia.

PRESBIOPIA. Non è un difetto di refrazione, ma la perdita fisiologica di efficienza del cristallino, e si può correggere. Due i modi possibili: la tecnica di i-lasik con il programma PresbiLasik o l’impianto di cristallini artificiali multifocali.

La prima consiste nell’applicare ai laser un software in grado di associare al trattamento dei difetti  di vista da lontano la correzione del difetto da vicino. Un intervento rivoluzionario, possibile in pazienti che hanno un cristallino trasparente e non presentano patologie oculistiche importanti». Invece l’impianto di cristallini multifocali si esegue in pazienti presbiti e con un importante difetto di vista da lontano o in presbiti con iniziale cataratta: si aspira il cristallino opacizzato e si inserisce il nuovo cristallino multifocale. Il paziente ottiene così l’eliminazione della cataratta e degli occhiali con lo stesso intervento. Quei cristallini hanno inoltre un filtro giallo per i raggi Uv, tossici per la retina. Così da ridurre lo sviluppo delle maculopatie senili, dovute anche all’esposizione cronica a raggi solari, e eventuale presenza di fotofobia, cioè di fastidio alla luce».

CATARATTA. Il trattamento chirurgico è tra i più diffusi, riguardando ogni anno circa 500mila italiani. «Tradizionalmente la chirurgia della cataratta consiste nell’aspirare il cristallino opaco, dopo averlo frantumato con ultrasuoni tramite un facoemulsificatore, e introdurne uno artificiale. Oggi non si usano quasi più gli ultrasuoni, ma si frantuma e aspira il cristallino con un sistema di microvibrazioni della punta del facoemulsificatore».

L’altra grande novità è l’applicazione del laser a femtosecondi con il quale si possono eseguire alcune fasi prettamente chirurgiche dell’intervento quali la microincisione iniziale, l’apertura del cristallino e la frantumazione dello stesso, senza dover toccare l’occhio con i ferri chirurgici. «Una volta asportata la cataratta, il cristallino artificiale corregge il difetto di vista presente precedentemente, ma solo in caso di miopia o ipermetropia». Oggi, invece, ed ecco un’altra novità, esiste una vasta categoria di lenti intraoculari, chiamate IOL multifocali o lenti premium, che correggono definitivamente anche l’astigmatismo e la presbiopia».

GLAUCOMA. È un’altra tra le patologie oculari molto diffuse e tra le più subdole, perché compromette la vista senza dare sintomi. «Oltre a visite periodiche che possono prevenire il problema, una volta fatta la diagnosi esiste un’infinita varietà di colliri efficaci nel ridurre la pressione dell’occhio, i quali, insieme a una terapia orale neuro-protettiva, garantiscono al paziente quasi sempre di non subire una riduzione del visus e del campo visivo. Dove però la terapia con colliri risulti inefficace, esistono tecniche laser parachirurgiche o chirurgiche (trabeculectomia o impianto di valvole) che risolvono spesso il problema in maniera definitiva».

PREVENZIONE. Ma se la tecnologia dà un grande aiuto, alla base della buona salute degli occhi sta pur sempre la prevenzione. «II consiglio è di portare dall’oculista i bambini entro i quattro-cinque anni, a meno che non ci siano sintomi che facciano sospettare patologie a carico dell’occhio. Queste ovviamente vanno studiate il prima possibile. la comparsa di strabismo, come pure di continui mal di testa, sono anch’essi validi motivi per portare il piccolo dallo specialista prima del dovuto».

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